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Pollo alle prugne by Satrapi e Paronnaud, sospesi tra animazione e live-action.

2012/05/04 - Cinema di: MG Colombo

 

Non c’è Poulet aux prunes che tenga, quando l’amour fou, nella sua astorica dimensione e fascinazione, batte alle porte.

Sullo sfondo di una Teheran di sfumata grazia fumettistica e favolistica, si materializza potente la passione tra Nasser e Iran.

L’infelicità è servita.

Infelice Nasser Kahn (Mathieu Amalric) violinista travolto per la vita da una solare Iran (Golshifteh Farahani) che gli scatenerà ormoni e maturazione artistica.

Infelice per sempre anche Iran, costretta da ricco padre-padrone, in nome di logiche utilitaristiche, ad altre nozze.

Infelici i figli, testimoni dell’unione fallimentare dei genitori; la madre (Isabella Rossellini), che, determinata a sistemare il figlio, attempato “signorino”, ne combinerà il matrimonio, e se ne andrà in un’inquietante inconsistente ininterrotta, seppur poetica, nuvola di fumo.

E che dire di Faringuisse (Maria De Medeiros)? Innamorata da sempre, a dispetto della sua apprezzata mente cartesiana, dello scorbutico Nasser Kahn violino-munito?

Lo aspetta sin da bambina, lo vuole a dispetto dell’indifferenza dichiarata, fino a quando, costretta a sopperire alle necessità familiari senza ritorni emotivi e/o almeno finanziarii, spezza l’incantesimo e, con atto liberatorio, spacca il giocattolo-feticcio.

A questo punto Nasser Kahn decide di morire, mettendo in atto un mortifero egoistico rituale, durante il quale rivive la sua luminosa vicenda sentimentale ed elabora mille strategie per togliersi di mezzo. Uno dei momenti più divertenti del film, dove si impone al personaggio un pò di sana autoironia.

La disapprovazione di una società e dei suoi tormentoni, la malinconia per quello che il Paese, dopo la nazionalizzazione del petrolio, poteva essere e non è stato, si fa palpabile con la grottesca incursione dell’Angelo della Morte, e Teheran, seppur fermata in onirico ritratto, appare in tutta la sua ferrea rigidità socio-culturale.

Ci son tanti modi di raccontar la realtà, Satrapi e Paronnaud scelgono il registro della favola, tra animazione e live-action.

La contaminazione delle tecniche è gradevole e conferisce freschezza ad un contenuto abusato.

http://www.youtube.com/watch?v=aWRWAPyQ-5s

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