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La commedia di Orlando di Emanuela Giordano, funambola di leggerezza goldoniana

2012/05/21 - Teatro di: MG Colombo

 

 

 

Se nella stringa del DNA avete incontenibile la ricerca della felicità, la lettura di Orlando di Virginia Woolf  è un viatico indispensabile.

Sappiamo quanto sia importante avere una stanza tutta per sè, se poi si ha un teatro…

Palcoscenico privilegiato l’Argentina di Roma ad evocare la straordinaria vicenda di Orlando, meravigliosa creatura alla ricerca dell’armonizzazione del maschile e femminile che è in noi, impenitente rabdomante di felicità, instancabile assertore/trice di pari opportunità, gioioso/a interprete della forza propulsiva della creatività femminile.

Emanuela Giordano ha materializzato con grande eleganza formale il sogno di una civiltà al femminile, che pervade tutta la produzione di Virginia Woolf e che esce prepotentemente e dichiaratamente allo scoperto in Orlando.

D’obbligo l’andamento favolistico, ma non adeguatamente sottolineato, soprattutto in un momento di così fosco attacco all’emancipazione femminile, all’insegna di brutali femminicidi, lo spirito di forte critica alla società contemporanea tanto modernamente e ironicamente evocato dalla Woolf.

Già ” giovedì undici ottobre millenovecentoventotto”, come da chiusa del libro.

Penalizzato lo spettacolo dal divieto improvviso dei Vigili del fuoco, che hanno impedito l’uso di candele e lanterne, il ritmo della rappresentazione non ha subito arresti, al suono delle musiche originali eseguite dal vivo dalla Bubbez  Orchestra, relegata in un palchetto laterale e a volte affiancata da  una colonna sonora preregistrata..

Isabella Aragonese, sostenuta in felice coincidenza scenica da Sarah Biacchi, Guglielmo Favilla, Andrea Gambuzza, Claudia Gusmano, Fabrizio Odetto, Laura Rovetti, ha dato corpo all’androgino personaggio con la duttilità comunicativa che la caratterizza e, come da copione, anzi da sacro testo, non si è arresa al benpensantismo e ha cavalcato con energia i secoli alla ricerca della tanto evocata /invocata parità di opportunità.

Encomiabile la scelta di (es)porsi a teatro, come usano fare gli attori cinematografici di oltralpe, in un bagno di quotidiano sudore e umile contatto col pubblico, sia pur accessoriata di microfono.

Essenziali e suggestive la scene di Giovanni Licheri e Alida Cappellini

http://www.youtube.com/watch?v=GdiZO9aAWiQ

 

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