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Sociobiologia Selvaggia.

2013/06/10 - Attualità, Discussioni di: MG Colombo
Sociobiologia Selvaggia.

Come non immedesimarsi nel mitico Charlot di Tempi moderni, fagocitato da ritmi disumani e spersonalizzanti, dinnanzi al parossistico andamento delle nostre giornate, sotto il maglio di una Recessione che pare più grave e prolungata di quella dei tempi del celebre film?

Che si sia impiegati, operai, capitani d’industria, icone mediatiche come la suddetta Selvaggia, la sindrome da “impegnite”(mio neologismo) va drammaticamente acuendosi con sintomatologia che, per es., in macchina, non ti fa dimenticare solo l’ombrello, il cellulare, gli occhiali, la spazzatura, ma persino i figli.

Rotelline di marchingegni sempre più sofisticati e numerosi, costosamente presenti nelle nostre borse tasche case, apparentemente per agevolarci, divertirci, più concretamente per rubarci tempo memoria attenzione.

L’attonito orrore e il disagio carico di sottintesi, che  ci coglie davanti ad episodi di piccolissimi dimenticati, con sempre maggiore allarmante frequenza, in macchina dai genitori, ci lasciano inermi e sconvolti e ci obbligano a far i conti con la definizione stessa di coscienza.

Con la solita icastica ironia, Selvaggia Lucarelli riassume il tracciato di una sua giornata tipo e il concreto pericolo che persino il piccolo Leon corre nei quotidiani spostamenti in macchina:

“….Il papà di Luca era convinto che Luca non fosse più lì e io ero convinta che Leon fosse ancora lì. Come ho fatto? Non lo so. So che quello che è accaduto a me è trascurabile, eppure mi ha dato una chiave per comprendere cose di fronte alle quali c’è solo sconcerto.

Ritualità, fretta, giornate incastrate al minuto, gesti ripetuti centinaia di volte l’anno che diventano naturali come tirare la tenda prima di andare a dormire, diventano spesso automatismi. Gesti meccanici.

Ci sono momenti in cui siamo fisicamente con i nostri figli, ma con la testa ci troviamo già al passaggio successivo, quando li lasceremo a basket come tutti i mercoledì, quando li lasceremo a catechismo come tutti i sabati, quando li lasceremo dalla nonna come tutti i giorni alle sei.

Momenti in cui diciamo sì a loro domande che non abbiamo ascoltato, in cui controlliamo la posta sul cellulare mentre ci raccontano cosa hanno fatto a scuola. E poi ci sono momenti in cui siamo lì, attenti e con la testa sgombra, ma solo stanchi.

Umani e fallibili. Vittime , tutti, di piccoli corto circuiti: una festa dell’amichetto dimenticata, la babysitter che citofona perché si è scordato di disdirla, il libro di matematica rimasto a casa, i jeans il giorno in cui ha ginnastica. Ma ci sono anche i corto circuiti spaventosi.

Ci sono i bambini dimenticati in macchina. E i nostri “Come ha fatto?”, col sospetto terribile, che cova pauroso nel cuore di ogni genitore, di poter dimenticare per qualche minuto, le uniche persone di cui non ci dimentichiamo mai: i nostri figli”.

Vedi tutto articolo:

 https://www.facebook.com/selvaggia.lucarelli?fref=ts

Con diverso approccio ma analoga sensibile attenzione, nella rubrica

Filosofia Minima della Domenica del Sole 24 Ore, il direttore Armando Massarenti, citando La coscienza imperfetta. Le neuroscienze e il significato della vita di Arnaldo Benini ed. Garzanti

“Non inventiamoci strambe spiegazioni sociologiche o psichiatriche. L’evoluzione ha selezionato una marchingegno con le sue regole, che possono esserci fatali. Quei genitori non meritano rimproveri e condanne ma pietà e comprensione.

Quel che è successo a loro potrebbe succedere a tutti”.

http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2841

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One thought on “Sociobiologia Selvaggia.

cinzia

un giorno inizieremo a parlare di qualità di vita o continuiamo a parlare della sola quantità?

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