Nel Paese dove si vota più per Xfactor che per le regionali, si discute più del fashion delle ministre che dei loro interventi appesantiti da aloni pedagogici, continuano a saltar fuori dal cappello delle spese accollate alla comunità stressata persino sex toy, Samantha Cristoforetti rimette in discussione l’anatomia della società e spiazza a colpi di professionalità sacrificio meritocrazia ironia semplicità bellezza senza tentazioni da botox et similia.

Glamourosissima persino in t-shirt ESA d’ordinanza.
In grado di esibire rapporto funzionale e corretto con la grammatica (non sembri scontato) grazie a quegli Insegnanti, cui con umiltà davvero inedita
non smette di render merito.
E anche per questo suo ricollocare al giusto posto, senza enfasi ma
con convinzione, la Scuola i Libri la Cultura ci piace.
Bel colpo poi al sessismo di un Paese che soffoca nell’ignoranza, scatena le tifoserie con un armamentario lessicale machista da caserma, che brilla per iconografici aggettivi e diminutivi, insopportabilmente spesi a destra e a sinistra.
(v.recente siparietto tra un sociologo cagliaritano e una ministra renziana).