Miranda Angeli, sensibile regista del dramma di una madre, Rachele, sconvolta per l’uccisione del figlio, affida alle riconosciute doti interpretative di Anna Cianca il difficile compito di affrontare senza retorica la verità sul terribile lutto che l’ha colpita.
Colta, intraprendente, tenace, anche aggressiva nel tentativo di difendere l’integrità della figura del figlio, Rachele cerca, in un serrato confronto, di ricostruire l’accaduto con la giovane Giulia, colpevole dell’omicidio, interpretata da Melania Maria Codella, presente nella sala della Biblioteca Flaminia, che ha ospitato l’evento alla presenza di un foltissimo gruppo di studenti dell’Istituto per il Cinema Pasolini.
La ricostruzione del fatto imporrà la messa in discussione del mito dell’innocenza e un percorso di riflessione sul concetto di colpa, che va oltre i diretti protagonisti e si allarga alla società patriarcale.
Forse poco probabile l’epilogo, ma nella dolorosa realtà di cui facciamo parte, eventi contemporanei ci spingono a valutare l’opportunità di non alimentare la vendetta e il cinismo ( per esempio del Padre) e trovare, in una pacata riflessione sugli eventi che grottescamente ci ballano intorno, le ragioni per non farci annientare dalle drammatiche esperienze esistenziali che, con sempre più reiterati ritmi, ci incalzano.