La sconsolata débacle di un ceto sociale, di una generazione, di un modello di vita, resa con un linguaggio strumentalmente perfetto, calverianamente minimalista , a raccontare il non-luogo di Cortesforza, novella città invisibile.
Indimenticabile l’apertura tra topi e scarafaggi in un’orrida atmosfera alla Ballard; straordinario, nella sua ambiguità, il titolo, che presto disvela, senza infingimenti, il freddamente misurabile “materiale” dietro l’apparente indefinito-indefinibile “morale”.
Pag.50:
“Piove…piove…” non più su letterarie tamerici salmastre ed arse, nè su governi ladri ma direttamente sui nostri piedi.
Molto buono a mio parere.
2 thoughts on “Giorgio Falco- L’ubicazione del bene”
“L’Ubicazione del bene” di G. Falco: esistenze provvisorie, niente è mai scontato e la fortuna non è dietro l’angolo….che dire…per fortuna è un romanzo breve.
Elisabetta
“L’Ubicazione del bene” di G. Falco: esistenze provvisorie, niente è mai scontato e la fortuna non è dietro l’angolo….che dire…per fortuna è un romanzo breve. Questo non vuol dire che sia scritto male, anche se a volte la struttura non è nuova.
Elisabetta