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Chichicastenango, amichevolmente Chichi, storicamente Tziguan Tinamit.

2012/04/14 - Carnet di viaggio, Discussioni, Luoghi, Travel book di: MG Colombo
Chichicastenango, amichevolmente Chichi, storicamente Tziguan Tinamit.

 Chichicastenango,

amichevolmente Chichi,

storicamente Tziguan Tinamit

( = circondata dai canyons)

 Imperdibile bottino di borse borsellini borsoni nel piu’ pittoresco mercato del Guatemala, famoso crocevia di commercio gia´prima della conquista spagnola.

Arrrivarci e’ una questione di tenacia e sprezzo del pericolo.

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Per superare la blindatura delle montagne che lo isolano, si devono percorrere almeno due ore e mezza di una strada di alta montagna, con tornanti da giostrai, massi che ostruiscono il fondo stradale di recente costruzione, corriere con strabordanti impassibili carichi umani e autisti determinati a tutto pur di rendere indimenticabili le loro nevrosi al volante.

Sullo sfondo, a perdita d’ occhio, la maesta’ dei Cuchumatanes, con spettacolari panorami mozzafiato, pinete a perdita d’ occhio, campi coltivati con certosina pazienza e speranza indomita nella sopravvivenza, panni stesi al sole a sottolineare lo scorrere comunque della vita.

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Il mercato fagocita il viandante con o senza huipil e se ne appropria inghiottendolo nei meandri dei suoi corridoi, con offerte commerciali imperdibili sia che si tratti di pentolame, gesso per ammorbidire il mais, mutande, preziosi corpetti tradizionali, ma anche scarpe vecchie, tocchi di carne inquietanti nel loro sanguinolento aspetto, briglie, corde, maschere di legno ad evocare antiche leggende, monili difficili da valutare.

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Ricca offerta anche di oggetti in plastica a segnalare colpevoli turbative culturali.

Cibo cromatico che riscatta lo squallore del contesto, cucinato con disinvolta sapiente praticita’, in spregio a polvere mosche et elementari regole igieniche.

Trionfi di frutta, fritti croccanti di pollo, tortillas calde preparate la’ per la’, servite con calda sebben sudaticcia umanita’, sono un richiamo cui e’ difficile sottrarsi.

Ma l’enterogermina e`finita ed e’ meglio procedere ad occhi bassi e passo veloce.

Estenuata dalle trattative serrate, all’ultimo qtzal, strappata all’ennesimo sconsiderato acquisto dal mio solerte accompagnatore Ronnie, mi concedo un momento di mistico stupore nella bellissima chiesa di Santo Tomas, che domina il mercato.

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Grande navata spoglia, anzi spogliata, ma con altari laterali, in magnifico legno scuro di severa imponente bellezza.

Modeste candele bianche accese e petali di rose offerte con fiduciosa umile devozione sono il tributo al dio immanente, piu’ maya che cristiano, e ai santi assimilati nei tratti, con spericolata operazione, ai credenti.

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