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Se l’Arte è una slot machine…molto (con)temporanea

2012/10/23 - Evento di: MG Colombo
Se l’Arte è una slot machine…molto (con)temporanea

Si parla di Arte (con)temporanea con  Roberto Gramiccia, autore di Slot Art Machine

mercoledì 24 ottobre alle ore 18.30

 Sala Cinema

MACRO

Assieme all’autore Roberto Gramiccia ne hanno parlato Oliviero Beha, scrittore e giornalista; Lea Mattarella, critica d’arte e giornalista; Simona Marchini, gallerista.

Ha collaborato al coordinamento del materiale e all’assemblaggio dell’intero saggio Valentina Gramiccia, brillante studiosa (e figlia) d’arte.

.Il saggio è destinato ad un vasto pubblico, anche di non addetti ai lavori e, già dal titolo, si intuisce la volontà di porsi in chiave antagonistica a criptici giudizi e fumose teorie, riportando il problema nella quotidianità di un Paese in balia del caso, in assenza di scelte etiche ed estetiche (con)vincenti.

Nella sua introduzione Beha ha inserito il problema dei condizionamenti del mercato sull’Arte nella più ampia presente drammatica crisi epocale, che un bieco fondamentalismo economico determina e non consente di superare.

Questo atteggiamento cinico ed elitario, dettato dalla forza dell’investimento pecuniario, svela la longa manus dei meccanismi del mercato, strappa all’arte, ” bacillo di salute interiore“, il suo ruolo di libera creativa interpretazione del reale, consegnandola di fatto alla mercanzia da bancone, etichettata in partenza.

Non occulti padroni del gioco, secondo Gramiccia, mercanti, case d’asta internazionali, musei, collezionisti professionali, banche, cordate di affaristi, curatori e artisti manager.

L’Autore ha colto appieno il disagio di un pubblico subissato da quotazioni francamente incomprensibili ai più e non ha esitato ad esporre, in controtendenza fosse pure con il  Guggenheim , il suo pensiero critico su molte opere nate sotto il segno del sensazionalismo.

Cattelan, tanto per non far nomi.

Pare totalmente condivisibile il suo tagliente  giudizio sull’incursione spregiudicata del mercato, che stabilisce la quotazione di un artista e ne determina la fama a prescindere dal valore d’uso, dalla spiritualità dell’ingaggio, dalla fruibilità negata ai più.

Anzi agli stessi acquirenti, che, bulimici Paperoni, tengono i loro acquisti nel caveau, come titoli, mera merce di scambio.

E’ pur vero però che, fatto salvo il discorso sulla rapacità ed invasività del marketing, le aree museali, le gallerie accolgono l’infinità di espressioni artistiche, che connotano l’attuale panorama artistico.

A sostegno di ciò la disponibilità del MACRO ad accogliere nei suoi spazi la presentazione di Slot Machines, in aperta polemica anche con le generali politiche museali; e la presenza di Simona Marchini,direttrice della storica galleria La Nuova Pesa, vero centro culturale, aperto a giovani artisti più o meno quotati ma col segno distintivo dell’ indiscutibile  talento.

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