In questo nostro tempo sfregiato dal materialismo, irrompe tostissimo il saggio di Salvatore Settis.
A star zitti, sotto l’onda di populistici tsunami e non meno devastanti mercatismi, ci vuol un bel coraggio.
Di più, un’inattualistica insulsaggine che aliena diritti civili faticosamente conquistati e peraltro garantiti dalla Costituzione.
Grande richiamo nel saggio, appena edito da Einaudi, all‘actio popularis, insita nel Diritto Romano e rilancio di capillare mobilitazione civica, a garanzia dell’etica del vivere associato.
“È tempo di ricordarsi che non i partiti, ma i cittadini sono i protagonisti della politica, in quanto titolari della sovranità (art. 1 della Costituzione).
Noi, i cittadini, dobbiamo rivendicare il diritto di parola, dobbiamo essere l’anima pensante della polis, di cui i partiti dovrebbero essere espressione, secondo il progetto della nostra Costituzione, «la grande incompiuta»”.
http://www.einaudi.it/speciali/Salvatore-Settis-Azione-popolare