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Lisa Monna – Fra Oriente ed Occidente – Cloisonné d’uso

2017/05/27 - Arte, Evento, Installazioni, Mostre di: MG Colombo
Lisa Monna – Fra Oriente ed Occidente – Cloisonné d’uso

Succede che Lisa Monna, insegnante dal 1982 di Storia della Musica all’Accademia Nazionale di Danza, a Roma, decide di dar libero flusso alla sua creatività vivace e limpida.
Risultato dell’appassionato processo di ricerca e inedito assemblaggio di oggetti raccolti nel corso degli anni, tra i mille impegni professionali, sono favole che, nel loro enigmatico proporsi, invitano ognuno a pescare nei fondali della memoria e delle suggestioni.
Si assorbe per osmosi il poetico incanto orchestrale delle piccole creazioni che Lisa Monna, già attenta regista e autrice teatrale, mette in scena, negando l’ovvio e promuovendo l’improbabile, in capricciosissimi divertissements che coniugano sogno e pragma, suggestioni orientali e richiami occidentali, in delicata eleganza visionaria, per dirla con Calvino.

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Onnipresenti cloisonnés forse giunte dalla Beijing Enamel factory di Pechino o più probabilmente trovate su domestici banchetti o avventurosamente in giro per il mondo, ostentano ed affermano il loro smaltato splendore, esaltato da supporti rigorosamente scuri di feltro o ceramica.
All’occasione persino di polistirolo, come nella dichiarata custodia di celebre champagne, improvvisato supporto di un raccoglioggetti, a sottolineare con fine ironia il valore del riuso e la doverosa riconcettualizzazione dei termini di ricchezza e povertà, imposta dai Tempi e appassionatamente suggerita da un inascoltato Serge Latouche.

 

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Compositrice di brevi lavori musicali da lei chiamati melogrammi, anche in questa produzione Lisa Monna punta sulla lievità dei suoi microuniversi, misti di fantasia e provocazione, soprattutto nel momento in cui rivendica un utilizzo pratico delle composizioni, non alieno dal richiamo tutto Bauhaus di unione tra tecnica ed arte.

Spesso esilarante l’intreccio tra manufatto e didascalia: rigore da spartito musicale e scapigliato humor, inanellati in serrate associazioni e dissociazioni, strette in una rete di relazioni tutte da scoprire.

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Vedi l’albero porta orecchini, ove una Minerva di poche parole affida inequivocabili segnali di domestica pace o guerra al gesto di infilare o sfilare l’elmo dalla testa della civetta.
In festa i circuiti neuronali degli spettatori.

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Il vernissage si è tenuto nella sede della Emmebifactory, fondata dall’artista nel 2002 con il musicista Mauro Bagella e l’artista Donatella Vici
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