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Liliana e l’arte di combattere il Condor

2017/09/27 - Attualità, Teatro di: MG Colombo
Liliana e l’arte di combattere il Condor

Si chiama Operazione Condor  il complesso emozionante spettacolo che Liliana Garcia Sosa rappresenterà nell’ambito dell’Estate Romana e con il patrocinio del MIBACT, delle ambasciate del Cile e dell’Istituto Italo Latino Americano, al teatro di Marcello.

 

Ci son voluti 15 anni di indagini per raccogliere le prove del terrore scatenato dall’Operazione Condor, cui delittuosamente parteciparono i corpi militari e i servizi segreti delle dittature di Argentina, Chile, Paraguay, Uruguay.

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Liliana Garcia Sosa , nel corso della conferenza stampa alla Sala stampa dei Deputati, ha evidenziato con forza   l’intento di questo sforzo culturale, che ha qualcosa di veramente epico nel rievocare la lugubre stagione, che l’ha investita personalmente assieme a centinaia di migliaia di concittadini.

Orgogliosa combattente sin dai tempi dell’università, Liliana Garcia Sosa porta avanti con impegno inesausto ed inalterato entusiasmo la battaglia per la dignità e la libertà umana, che le hanno valso l’apprezzamento e il sostegno del mondo politico e culturale.

Struggente e amarissima la disillusione per i ritardi e, peggio, per il riaffacciarsi di nuove violazioni, che rendono estremamente attuale lo spettacolo e svelano il diabolico meccanismo messo in atto con inumana freddezza della famigerata Operazione Condor.

Numerosi incontri/dibattito mattutini a corollario delle tematiche dello spettacolo, hanno il compito di approfondire i meccanismi che portano alla prevaricazione e alle inaudite violenze che connotarono le vicende dei massacri e dei desaparesidos.

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Torna il sorriso dei suoi 20 anni sul viso di Dora Salas, giornalista e membro di “Familiares de Desaparesidos”, quando, al termine della conferenza stampa, la circonda e la scalda lo spirito di solidale commozione ed interesse  suscitato dalla sua testimonianza, che porta dritti a condividere Saramago quando annotava

Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere

 

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