“Le persone che amiamo di più diventano una parte fisica di noi, radicate nelle nostre sinapsi, nei percorsi in cui vengono creati i ricordi” Meghan O'RourkeThe long Goodbye
In poco più di cento pagine Emanuele Trevi mostra quanto sia grande la potenzialità della parola scritta nell’evocare l’immaterialità di sentimenti intimi e universali, come l’amicizia, lo scorrere del Tempo, il disagio di percepirsi disarmonici, la fascinazione per la Letteratura, la Musica , la Pittura.
Il big bang narrativo, lontanissimo da inflazionati meccanismi comunicativi ed estetici, sottolinea la complessità e le contraddizioni del legame tra l’Autore e gli amici Rocco Carbone e Pia Pera.
Si apre e si chiude con l’immagine del L’origine del mondo di Courbet, icona di schiettezza e trasgressività, caratteristiche che accomunavano i tre personaggi, colti insieme, all’inizio del libro, al Musée d’Orsay, davanti alla celebre tela esposta per la prima volta .
Venti anni dopo è ancora quell’immagine che, in formato cartolina, testimonia incancellabili emozioni.e scatena valutazioni su come, terminata la vita fisica, è il ricordo di chi ci ha voluto bene a riconsegnarci ad una seconda vita.
Così Trevi esorcizza il difetto di fabbrica della nostra mortalità e consegna a nuova vita Rocco Carbone, artista del risentimento, Pia Pera, lieve, ribelle, fatua, coraggiosa, profonda, un pò scervellata, e molto minuziosa ( cit. Albinati a proposito di Pera traduttrice di Onegin ).