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Viva la libertà di Roberto Andò.

2013/02/24 - Cinema di: MG Colombo
Viva la libertà di Roberto Andò.

Monozigoti depressi con destini incrociati i fratelli Oliveri/Ernani danno vita ad un racconto di fantapolitica di sorprendente attualità rispetto alle note vicende nazionali.

Nature and nurture hanno lavorato sui due portandoli su sponde le più diversificate: l’uno a capo di un partito di grande peso ma in calo di consenso, l’altro in manicomio.

Daranno il meglio di se quando fuggiranno dai loro ruoli in surreali modalità e invertiranno le traiettorie pubbliche e private.

I gemelli  sono entrambi interpretati da Servillo, che presta loro credibilità fisica, profondità di emozioni, colte citazioni, sbaragliando il pubblico.

Più affascinante e divertente il pazzo Giovanni Ernani, che con la levità dell’immediatezza, come da tradizione letteraria-politica, rilancia il partito, sbaraglia gli avversari, seduce le piazze …fa ballare la Merkel.

La platea gode delle allusioni a situazioni  e personaggi contemporanei, avvia scommesse sull’identità dei politici ispiratori, si diverte per icastiche battute che fanno da sponda al pensiero dei più, tipo ” gli economisti  sanno tutto e non capiscono niente” e si scalda per l’inaudita irrituale frase che recita: “l’unica alleanza possibile è con la coscienza della gente”.

Cresce la simpatia per il pazzo, che con battute prese di peso da Goethe e Talleyrand, svela la colpevole egemonia di ladri e banchieri, addita i mostri che occupano con inaudita arroganza i palazzi del potere e tengono in scacco l’intero Paese, grazie a ” segreti e paura” .

Non esita a citare, nel rush finale, alle folle entusiaste ma esitanti sul da farsi, la famosa racomandazione di Bertolt Brecht :

 “Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”.

Intanto in Francia il catacombale gemello si scrolla di dosso abiti mentali e materiali, e ritrova amore, interessi, slanci con cui rottamare l’insopportabile aplomb e sperimentare la gioia di essere se stesso, con l’aiuto della solare Valeria Bruni Tedeschi, ed anche con manualità ritrovata (Mao docet!).

Il geniale factotum Bottini cui si deve l’idea e la (ir)responsabilità dello scambio, Interpretato da uno straordinario Mastrandrea, conduce il pazzo nel gioco di scambio, con esiti spesso esilaranti, visto che nessuno si accorge dell’inganno .e l’unico che se ne accorge, con verace pragmatismo,stigmatizza:

” Non importa chi è, basta che ci faccia vincere”.

E’ una commedia complessa sulla paura di vincere e di perdere che alterna profondità e leggerezza.

E’ un elogio della pazzia che svela contraddizioni e irrazionalità, che corre alle innumerevoli fonti letterarie e filmiche, che percepisce e rappresenta l’intollerabile condizione esistenziale di un intero paese.

Memento niente male sotto elezioni.

Il film è la trasposizione del libro di Andò, edito da Bompiani e vincitore l’anno scorso del Campiello Opera Prima.

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