Nella Roma di Sorrentino si smette di vivere soprattutto restando vivi
(SIC)
Dopo l’illuminante lettura, comparsa su il Foglio 13 giugno 2013 di Alfonso Berardinelli, che ha il merito di rinverdire i fasti crociani di forma e contenuto, mi chiedo
perchè
Paolo Sorrentino, “potenzialmente superdotato”, non dia una ripassata all’armamentario neorealista,
Toni Servillo, “transpersonaggio” ,non si iscriva ad un corso di recitazione, magari gestito dall’Opus Dei,
Umberto Contarello non faccia una passata a Medjugorje alla ricerca di qualche battuta intelligente
e Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Roberto Herlitzka, Iaia Forte, Galatea Ranzi, Giorgio Pasotti, Pamela Villoresi non povrebbero frequentare un corso di recitazione magari online?
Appena sufficienti Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Lillo Petrolo faranno i compiti per l’estate?
Serena Grandi, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, riusciranno a evadere dalla patetica gabbia di chi “sa di essere la parodia di un dramma, sia vivendo che smettendo di vivere, perché si è smesso di vivere anche e soprattutto restando vivi“
E Luca Bigazzi non la potrebbe piantare di ritrarre una Roma “tutta fontane, cupole, arcate, colonnati, giardini, terrazze, statue, mascheroni di pietra, balaustre”?