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“Un posto anche per me” con passione e compassione Francesco Abate

2014/07/27 - Attualità, Biblioteche, Letteratura di: MG Colombo
“Un posto anche per me” con passione e compassione Francesco Abate

SANTA TERESA GALLURA (OT) 
Giovedì 24 luglio Ore 21.30 • piazza del Sapere 
 Le serate del libro con Francesco Abate
Letture di Matteo Sau

 In un mondo dominato da un eccesso di supponenza delle star della letteratura, Francesco Abate si distingue per la sobrietà del suo stile di uomo e narratore, tanto che, con la consapevolezza di cadere in un ennesimo stereotipo, lo immaginiamo affetto da sardolicesimo.

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Un posto anche per me”  è tante cose insieme: è  un racconto spoglio, privo di manierismi sulla tragedia degli emarginati, i difettosi,
come politically incorrect li chiama Peppino
E’ un noir struggente, un saggio antropologico per certi versi, un’amara commedia, inquietante consuntivo sul clima del nostro Paese, rispetto
al problema dell’emigrazione, agli squilibri sociali generazionali culturali, alla crescita disordinata e disumanizzante delle città. 

Peppino “brutto tonto, grande grosso e pure sardo“, antitesi di quel Gennargentu che si ipotizza dovrebbe essere, è subito lì ad occupare la scena con la sua ingombrante fisicità ma anche con le parole della storia,
che nella loro disarmante semplicità evocano sentimenti e risentimenti
e gli fanno conquistare a buon diritto quel posto agognato nel titolo del libro.

Il lungo ininterrotto monologo assicura spessore ad una storia di emarginazione dai toni dickenseniani con una folla di bambini “partoriti nell’odio e cresciuti nell’indifferenza” come un anonimo giudice certifica e che solo un dio vendicatore o per lo meno un agguerrito S. Efisio potrebbero riscattare, nonostante la censura di Baden Powell.

Anche i personaggi minori, uno per tutti la terribilissima Nonna intenta a commentare l’Unione Sarda con icastica immediatezza di segno, contribuiscono a ricostruire l’amaro struggente percorso di questo nostrano Forrest Gump con illustri precedenti  dostoevskijani.  

Medesimo il nucleo emotivo di Chiedo scusa con un ulteriore avvicinamento empatico al mondo della sofferenza, là fisico qui etico-estetico,
molto ben declinato dalla voce intensa e mai sopra le righe di Matteo Sau.

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 L’attività di cronista certamente fornisce ad Abate un campo di caccia senza confini rispetto alle storie che narra, ma nel corso della presentazione è anche emerso quanto i dati autobiografici legati alle sue vicende personali e all’attività sociale che lo ha portato alla creazione di una importante Associazione di supporto ai trapiantati, contribuiscano ad arricchire di umanità le pagine del libro,
in assoluta coerenza con l’esergoche lo porta a condividere il nucleo del dolore dei suoi personaggi.

“La compassione è la prima legge della vita”
L’Idiota di Fëdor Dostoevskij 

http://www.einaudi.it/speciali/Francesco-Abate-Un-posto-anche-per-me

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