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Colto pressing di Giacomo di Artefacto sul Palatino

2014/10/06 - Arte, Associazione, musei di: MG Colombo
Colto pressing di Giacomo di Artefacto sul Palatino

Ci sono pietre che raccontano una nazione senza averne l’ambizione senza che i cittadini se ne rendano pienamente conto.
Sono lì da millenni, strumento di conoscenza del passato, cartina di tornasole
del presente e ipotesi di futuro a secondo della curiosità  personali,
dell’investimento pubblico, delle scelte di sviluppo.

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Spettacolare scorciatoia comunicativa, il Palatino consente di relazionarsi alla storia e
all’espressione artistica urbanistica del Paese.
L’archeologo Giacomo de Cola, specialista in tecniche edilizie, contesti storici-mitologici, ha ottimizzato il percorso previsto dall’associazione
Artefacto per la visita al Palatino, fornendo una lettura agile del sito, potenziato nel suo millenario fascino da smagliante ottobrata romana.

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Amble amble sotto il sole con l’Archeologo ricordando la spending review di Domiziano, la bagarre attorno alla proprietà di Cicerone, espropriata indennizzata (2 milioni 750 mila sesterzi) contestata assalita danneggiata da Clodio con metodi in stile padrino
che arrivarono all’aggressione personale sulla via Sacra.
Vabbè, “vixerunt” avrebbe detto Lui, firmando l’ennesima orazione De domo sua.

20141005_125920Piovono sotto il sole, senza che Giacomo perda la classe innata
e i soci l’interesse, notizie a flusso continuo su Caco primo perfido abitante del Palatino spodestato da Evandro ucciso da Ercole con sollievo della popolazione locale;
osservazioni sulle tecniche costruttive delle capanne Romulee di grande impatto emozionale anche per Augusto, che lì accanto scelse di abitare in
stile da rivista glamour.

20141005_121512Impossibile non riflettere sull’invidiabile spirito di tolleranza e apertura testimoniato da templi dedicati a divinità le più diverse, anche con un filino
di pragmatico opportunismo, quando, per esempio, andando la res molto male
(II guerra punica 204 a.C.) ci si rivolse  alla Magna Mater proveniente dalla Turchia come suggerito dai libri Sibyllini, che consigliavano di trasportare
a Roma la pietra nera (meteorite) della divinità custodito a Pessinunte.
Detto fatto: niente capelli strappati a mazzi, ma immediata ambasceria a Pergamo, recupero del simbolo aniconico, costruzione tempio…Zama.202 a.C.

20141005_125807Stupore d’obbligo dinanzi ai resti degli ambienti di rappresentanza della domus tutta un gorgogliare d’acque porticati marmi multicolori affreschi.

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Corpo a corpo con cosmopolita folla nel Museo ove Giacomo de Cola, in impeccabile compostezza difronte a richieste di informazioni da parte di sperduti visitatori e temporanea perdita di qualche affezionata socia, riporta l’attenzione su raffinatissime tecniche di intarsio dei marmi e pittura parietale, consentendoci per un pò di non irrigidirci nella prospettiva delle continue mortificazioni targate UE.

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