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Il cowboy che piace a Saviano

2014/12/09 - Attualità, Fiera di: MG Colombo
Il cowboy che piace a Saviano

 

 

 

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Domenica 7 dicembre
Fiera della piccola e media editoria – Palazzo dei congressi – Roma EUR
«Oltre il silenzio: il giornalismo d’inchiesta»
ore 12:00 / Sala Diamante
Intervengono: Attilio Bolzoni, Piero Melati, Diego Osorno, Lorenzo Ribaldi

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Cappello di paglia di riso in testa, Gerónimo González Garza percorre da una vita senza rassegnazione le polverose strade del Nuevo León.
E’ un cowboy, è sordo, è muto.
Non ci sta a vivere nel terrore perenne che la necropolitica impone nel suo Paese.
E’ intraprendente, 40 anni fa se ne andò clandestino in Texas e si stabilì negli Stati Uniti.
Gerónimo è il protagonista dell’ultima narrazione di Diego Osorno.
Non è un personaggio di fantasia.
E’ suo zio, dolente umile eroe capace di mettere a nudo le coordinate del paradigma criminale che regola la vita in Messico.
Il nord est del Messico è lo sfondo della parabola di inaudita violenza raccontata nel libro, attorno al quale hanno discusso Piero Melati e Attilio Bolzoni con l’Autore e l’Editore davanti ad un’affollata platea partecipe.
Raccapricciante il parallelo con le vicende della mafia siciliana e illuminante il ricordo dell’analisi di Sciascia che leggeva nel “terrore perenne” lo strumento di controllo della malavita.
Che di emergenza nazionale si tratti lo conferma l’eccidio di Iguala e l’impunita carneficina dei 43 studenti, avallata dal potere politico, militare ed economico, davanti al quale anche Javier Sicilia perde la calma.
“Ya me cansé”( sono proprio stufo) sbotta il procuratore Karam davanti al pressing dei giornalisti.
Sappia che i Messicani lo sono molto di più.
Roberto Saviano con ragionata e consapevole preoccupazione, in video, all’inizio dell’incontro ha chiesto per l’Autore un credito di attenzione.
PLPL-testata-gialloDi Bolzoni il doc-film Silencio prodotto dall’Associazione stampa romana e dalla Fondazione Musica per Roma, con il sostegno di Sky e la collaborazione di Repubblica, presentato il 4 dicembre 2014 in anteprima all’Auditorium di Roma, con dati grotteschi sul valore della vita di un giornalista :”…giornalisti assassinati in questo paese dal 2000: 80. Più di quanti ne siano stati uccisi in Iraq (71), più di quanti ne siano stati uccisi in Vietnam (66), più di quanti ne siano stati uccisi durante tutta la seconda guerra mondiale (68)”. Inizia  così il viaggio nell’Inferno Messico di Attilio Bolzoni. ”Un viaggio in un luogo del mondo dove la vita di un giornalista vale meno di niente”

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