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Casi umani – Selvaggia Lucarelli

2018/07/19 - Attualità di: MG Colombo
Casi umani – Selvaggia Lucarelli

Ovvero avere un uomo non è una necessità fisiologica, parola di Selvaggia Lucarelli.
Nel dubbio leggere Casi Umani edito Rizzoli.

Dotata di una robusta dose di autoironia, lingua tagliente, inflessibile spirito di osservazione, Selvaggia Lucarelli racconta degli improbabili uomini, cui affidò il delicato compito di traghettatori dalla palude del dolore di un amore finito, all’eden di un nuovo trionfante amore.

Straordinaria osservatrice di usi e costumi, indaffarata, come poche, a rintuzzare picchiatori verbali e sciabolatori da tastiera, di reiterata trivialità e perenne ostilità verso la consecutio temporum, Selvaggia Lucarelli offre una nuova narrazione, sparkling come un buon Mojito, da bere, cioè da leggere, bordo mare.
Tanto umorismo, senza sconti per nessuno.
Neanche per se stessa, nella serena consapevolezza di averla comunque sfangata.
Alla grande.
In un mondo tutto apparenza e demenza, alimentata dalle più trite consuetudini, coltivate con indefessa costanza dalla comunità notoriamente gretta e irosa dei traghettatori di mestiere.

Viola, alter ego della Lucarelli, mette le mani avanti e subito stila, portatrice sana di cinismo sentimentale, un accurato decalogo, che d’autorità la porrebbe fuori
dall’acquetta tiepida delle illusioni, non fosse per l’esergo del libro dedicato ai sentimentali, perchè fanno girare il mondo e la conclusiva dichiarazione del diritto ad un minimo garantito di incontestabile immutabile emozione amorosa

Non ci mette niente la sua amica Ivana, sarcasmo da competizione olimpica, decisamente più caustica di Carrie Bradshaw nel gestire i suoi rapporti con le amiche, ad accusarla di bipolarismo

Il raggio fotonico del suo selvaggio humor trasporta il lettore per le strade di Milano, ove anche senza trucco e parrucco, ma con tacco14 con plateau da far invidia
alla Becky di Sophie Kinsella, viene riconosciuta e celebrata da un’ammiratrice, prontamente radiografata con spassosa minuzia per il suo abbigliamento metropolitano e spiazzata sul ruolo di arruffafemmine tuttologa di facciata in TV di SL, detentrice, al contrario di ogni onesta aspettativa, di travagliati trascorsi sentimentali uncountable su pallottoliere, e afflitta da insolenti bollette da pagare, con cucciolo/i a carico

Tra compulsive conversazioni su multe smalti maschi sboroni abiti troppo stretti, contestati dal figlioletto di talebane tendenze, teologo del quaccherismo, si brucia
(con dispiacere) la chicca dell’anticipo del libro

Sebben che sia Selvaggia,” oserà turbare l’universo”? (Eliot, mica cotica…)

 

 

 

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