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Alberto Moravia, incorrigible child

2018/08/06 - Attualità, Biblioteche, Letteratura di: MG Colombo
Alberto Moravia, incorrigible child

Torna per Bompiani l’intervista di Alain Elkann a Moravia e così ne parla oggi, sul Corriere della sera, Antonio Debenedetti.
A proposito del premio Nobel Saul Bellow :
“Sorpresa! Dopo averlo definito un po’ sbrigativamente autore di pagine leggibilissime (non sono ben di più?) ecco che cosa scrive A.M.: «Il motivo per cui ho simpatia per Saul Bellow è qualcosa che a un romano come me non può sfuggire: sembra un cardinale oppure un vescovo. Ne ha la benevolenza lungimirante e anche la sardonica prudenza. So che disapprova che mi occupi del tema sessuale. Ma questo è logico da parte d’un prelato d’alto bordo».

Cesare Pavese?  «Era magro e alto, uno spilungone con i capelli tagliati corti. Era ispido, taciturno, ridacchiante». Poi, tagliando corto, Alberto aggiunge: «Lo conoscevo appena… ma era molto amico di Elsa». E allora? E con questo? L’insofferenza d’un grande scrittore per un importante scrittore poteva nascere dall’aver suscitato l’interesse d’una moglie impegnativa come Elsa? È improbabile. A sollecitare il sarcasmo di Alberto era ancora e sempre una ragione letteraria. Più avanti Moravia confessa di non sopportare quale lettore «i dialoghi di Vittorini e il parlato di Pavese». Il motivo ? Risentivano «dell’imitazione di scrittori americani anche minori come Saroian e Cain».

Su Sartre, esercita la sua formidabile capacità descrittiva/pittorica:
«era un uomo di straordinaria mobilità e voracità intellettuale. Piccolo, con occhi storti dietro le lenti, mi faceva pensare a uno di quei pesci negli acquari che si muovono a scatti e divorano tutto quello che gli capita in in bocca. Forse è l’intellettuale più ambizioso che abbia conosciuto» Ma :«Mi piaceva ascoltarlo». Vabbè.

E Montale, vincitore del Nobel, che definì Moravia autore degli Indifferenti “un secondo Mascagni” cioè qualcuno che doveva il suo successo a una sola opera, nel caso del musicista siciliano la Cavalleria rusticana,  così risponde «sembrava un monaco umanista e sensuale, con i capelli biondicci e folti che crescevano fino in mezzo alla fronte, gli occhi cerulei, dolci e un po’ deliranti e una grossa bocca dalle labbra ghiotte che ricadevano su un mento con la fossetta. Aveva qualcosa di monacale ma non di ascetico, appunto come un frate raffinato e libresco». Fatto!

Domenico Colantoni e Alberto Moravia

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