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Di cosa parliamo quando parliamo di “Anita”- Alain Elkann

2019/02/15 - Letteratura di: MG Colombo
Di cosa parliamo quando parliamo di “Anita”- Alain Elkann

Parole leggere per contenuti pesanti.

Ovvero riflessioni sull’aldilà, con decisioni da prendere nell’aldiquà.

Complicate da un ventaglio di opzioni su luoghi di possibile sepoltura …. Parigi, Gerusalemme, New York, Torino…..per un personaggio di cosmopolita estrazione e forti, ancorchè contraddittorie,  considerazioni su famiglia religione esistenze speciali.

Farsi cremare o seppellire? Questo il dilemma, condotto sul filo dell’umorismo.

Far come gli antichi egiziani e allora portarsi dietro cibo e un paio di cappotti, o designare per testamento mucchietti di polvere ai cari (r)esistenti?

Motore del libro, Anita che, dopo un grande amore giunto con la maturità, se ne va e con l’abbandono mette in moto il gioco dei “se” in un intrigante esercizio tra passato e futuro, probabile e assurdo.

Il tutto in minimalista prosa lucida brillante, all’insegna del paradosso alla Carver.

Autore del quale, Alain Elkann, durante la presentazione avvenuta presso Civita, si dichiara debitore con endorsement per il racconto breve.

Anzi brevissimo.

Non serve ad Elkann un editor alla Gordon Lish, ci pensa da solo.

Anita, edito da Bompiani, condensa in poco meno di 100 pagine l’intrigante appassionante incontro di una vita con zampillio di considerazioni filosofiche e pratiche sul nostro modo di stare al mondo.

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