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Entierro – Maura Morales Bergmann

2020/02/28 - Biblioteche, Cinema, CINEMA al MAXXI 2020, ExtraDoc- Film Festival- Maxxi di: MG Colombo
Entierro – Maura Morales Bergmann

Maura Morales Bergmann, fotografa e affermata direttrice di riprese, qui in veste di regista, nipote della pittrice Carmengloria Morales, si avvale da par suo di un elegante impianto visivo per ricordarne l’opera e la complessa poetica, legata a suggestioni musicali, che esaltano le riprese paesaggistiche e i numerosi intermezzi documentali a carattere familiare ed amicale.

Il titolo del lavoro Entierro (Sepolto) fa riferimento ad un progetto andato, non metaforicamente, in fumo a causa di un incendio, ora ripreso allo scopo di offrire uno spaccato di vita personale della Pittrice, non avulso dal quadro epocale dell’Italia dei sessanta, rappresentata attraverso una accurata documentazione di foto in bianco e nero.

La Pittrice, nata in Cile nel 1942, ha passato la sua vita in Italia, tra Roma e Milano, dove ha espresso il suo talento subito apprezzato da Lucio Fontana, e poi alla X Quadriennale di Roma e in numerosi incontri d’arte nel mondo .
Inizialmente debitrice di ispirazione a Rotko, ha elaborato originali espressioni artistiche in raffinate complesse composizioni tonali, nate nel buio del suo studio ma evocanti luminosità mediterrane.
Le riprese della Regista tessono una trama molto suggestiva attorno all’opera della Morales, atte a cogliere il procedimento creativo attraverso la stratificazione del colore, che dalle tonalità cupe fanno emergere la luce e rimandano all’abbacinante luminosità del Salar de Atacama della sua fanciullezza..

Gli inserti colloquiali con l’amico musicista Jorge Arriagada stimolano e sottolineano il rapporto con la musica che anima il pensiero pittorico della Morales, la propensione intrinseca alla comparazione tra il linguaggio pittorico e musicale, tanto cara a Moravia, che la pittrice frequentò a Roma..

Nel pantheon musicale della Morales convivono brani jazz e classici, che sottolineano piacevolmente la vivacità intellettuale del personaggio, la pragmaticità che non disdegna la lentezza compositiva, diluita anche per anni, il ripensamento dell’atto creativo, l’informalità del vivere, il ritorno costante a memorie lontane nello spazio e nel tempo.

 

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