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Rebibbia Matera – Come un respiro di libertà – Tiziana Gagnor e Antonella Cristofaro

2020/02/28 - Biblioteche, CINEMA al MAXXI 2020, ExtraDoc- Film Festival- Maxxi di: MG Colombo
Rebibbia Matera –  Come un respiro di libertà – Tiziana Gagnor e Antonella Cristofaro

Uso terapeutico della fantasia alla base del doc, nato in ottemperanza ad un progetto del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che proponeva, attraverso l’elaborazione di libere attività, la conoscenza di Matera, capitale europea della cultura per il 2019, simbolo di emarginazione e riscatto.

Suggestiva la scenografia acustica iniziale, ove la detenuta si lascia trasportare liberamente al suono della fisarmonica e i segni sonori sembrano eludere la costrizione dello spazio carcerario.
Bella la citazione di Una giornata particolare di Ettore Scola, con le detenute sulla terrazza che si celano e si mostrano tra le lenzuola stese al sole, in giocosa narrazione di gruppo.
Interessante quanto è stato prodotto e raccolto a livello di lessico, di produzione fantastica, di confronto con ricordi/rimpianti evocati nella tensione claustrofobica degli spazi e ritmi carcerari.

Tuttavia fare entrare il fantastico nell’ordinario dello scenario carcerario è stata un’operazione non sempre riuscita.
Il collegamento al progetto ministeriale, con Matera evocata come metafora di sofferenza e rinascita, è apparso più imposto che proposto.
I  riferimenti a quel che la Città ha simboleggiato nella sua emarginazione e miseria, sono apparsi generici, non fosse stato per le foto di grande valore documentale di Mario Carbone, gli scorci finali del paesaggio lucano dai finestrini del treno, i Sassi colti in chiusura del doc, nella loro specificità ancestrale, anche a dispetto delle concessioni al consumismo turistico.

Con ciò non si disconosce la vitalità e l’impegno delle curatrici Tiziana Gagnor e Antonella Cristofaro, che hanno avviato, senza ingombri sociologici, nel gruppo delle detenute, protagoniste del progetto, un processo di apprendimento volto ad elaborare la condizione individuale e a confrontarlo con l’evoluzione di scenari storici altri, in un vivificante “respiro di libertà”.

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