Menu

Serena Dandini e La vasca del Führer

2020/11/10 - Letteratura di: MG Colombo
Serena Dandini e La vasca del Führer

Chi non avesse assistito ieri alla presentazione su Instagram del libro della Dandini, non sa di aver mancato l’occasione per assistere in diretta alla messa in necropoli delle promozioni ufficialiste dei libri, cosi come si facevano nei mortiferi ’20 del secondo millennio.

L’appuntamento era stato pubblicizzato diversi giorni prima, con un gustoso polemico siparietto, da Chiara Valerio e Michela Murgia, per lo più dissenzienti su quasi tutto lo scibile umano (come da format di successo), in gustoso confronto e nell’esercizio delle loro brillanti intelligenze e conoscenze.

Impegnate su diverse piattaforme, alla medesima ora, a presentare l’una il libro di Dandini, l’altra quello di Bignardi, avevano innescato un confronto tra autrici presentatrici editrici di peso autoriale, anche sollecitando, in apparente muso duro, un conteggio di utenti e relativo indice di gradimento.

Scelgo Dandini, per devozione al suo genio umoristico, e, confesso, inquietante seduzione della copertina che, tra glamour ed horror, induceva ad interrogarsi sul contenuto del libro.

Puntuale comincia il collegamento. Tutto va malissimo. Anzi non va. Qualcuno sospetta la gag.

Dandini, solare e perfettamente a suo agio, forte del grido aridatecelatvdelleragazze, non sa inserire nella diretta Valerio, che bussa e compare on line solo come questuante vogliosa di entrare in connessione, nella detonante indifferenza del clan della Dandini, che non cessa di congratularsi, giustamente, per l’ottima forma della padrona di casa.

La quale da par sua conduce la diretta in assoluta nonpadronanza del mezzo ma suscitando (proprio per questo)  incontenibile interesse attorno al personaggio protagonista del libro che, tra una risata e l’altra, si scopre di straordinaria levatura e di inimitabile esempio di femminismo antelitteram, provocatrice e feticista, come da copertina, nel tentativo infantile e grottesco di lavar via l’orrore di Dachau e del lato oscuro della sua vita.

Finalmente in voce, Chiara Valerio snocciola le sue osservazioni e contestualizza  il senso del libro, vola alto e richiama il senso di inquietudine e La banalità del male di Hannah Arendt, che serpeggia anche nella vita dorata di Lee Miller, flapper girl per eccellenza, divinità di Vogue e di guerra, angelo di fuori, demonio di dentro, come lei si descrive, ritratta da David Sherman nella stanza da bagno di Hitler, scalciati via anfibi, must have anche oggi.

Tenta di imbrigliare ( poco, eh) il dinamismo dandiniano più che dadaista, ne evoca il personale impegno politico e militanza femminista, mentre lei, la Dandini, trascinata dall’entusiasmo delle presenti, dimentica anche di mostrare la copertina del libro, che solo alla fine surreale e grottesca, prende ad aleggiare nel parterre mediatico.

Ma che importa, l’uditorio è già tutto in fila ad acquistare La vasca del Führer di Simona Dandini. .

Ah, edito Einaudi. Stile libero (in tutte le librerie, anche su Amazon).

  •  
  •  
  •  
  •