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Leggere gli uomini – Sandra Petrignani

2022/01/24 - Attualità, Biblioteche, Letteratura di: MG Colombo
Leggere gli uomini – Sandra Petrignani

Che altri si vantino di quel che hanno scritto,
io sono orgoglioso di quelle che ho letto.
Jorge Luis Borges

Appena terminato Leggere gli uomini di Sandra Petrignani.
Preferirei di no, per dirla con Bartleby lo scrivano
Questo libro è una festa.
Di parole sentimenti confronti prospettive ricordi sollecitazioni.
Anche chi non fosse affetto da petrignanismo e, puta caso, si riconoscesse nelle virtù da perseguire, in quanto donna, minuziosamente elencate da madame de Genlis (“moderazione e niente passioni”) godrà non poco, avventurandosi tra le pagine di Leggere gli uomini ed. Laterza.

Sandra Petrignani sorprende con questo libro, che è più cose insieme: un manifesto di rivendicazione di genere, un saggio di critica, un’autobiografia.

Leggendo leggendo si finisce in un labirinto, ove l’attenzione ai #mostrisacri della Letteratura, colti nella specificità di genere, si intreccia alla sua vita di appassionata precoce lettrice, avviata alla lettura da padre regista di mondi paralleli di estrema fascinazione, ancorchè devianti da trame e reticenti sui destini dei personaggi evocati (vedasi crudelissima fine di Milady, prototipo di diabolicità femminile),

Le stazioni del labirinto sono una quindicina, si prende il volo con Peter Pan  per arrivare al Doppio decollo all’alba di Del Giudice.
Sempre di volo si tratta e, anche dalle tasche di Petrignani, spunta ” l’elastico della fionda che la lega” a tornare, senza diktat cronologici, con acutezza e leggerezza sulle esperienze di lettura e formazione, con il risultato, per niente scontato, di straordinario equilibrio tra agile erudizione e vivace divulgazione.

Attraverso intensi capitoli dedicati a LInsostenibile peso del desiderio, L’ombra di un altro io, L’ossessione della fine, La vertigine del male, senza tralasciare l’effetto seduttivo di autori di ammaliante fisicità come Beckett, Petrignani con donnesca decisionalità, senza esitazioni e rimozioni, con inesauribile curiosità e gusto della provocazione, documentata a suon di citazioni, stana  i suoi autori di riferimento dall’iconica #stanzatuttapersè, esclusivo appannaggio di scrittoroni e scrittorini, necessitanti di assoluto isolamento per produrre best-sellers ma anche, più prosaicamente, toast, come Belacqua, alter ego di Becket in cucina.

A tu per tu con i giganti amatissimi, ne coglie idiosincrasie contraddizioni paternalismi, che si celano dietro a frasi simpa, tipo “le ragazze sono troppo furbe per cadere dalla carrozzina“, adombrando che probabilmente son prive di iniziative e coraggio.
Parte dalla constatazione dell’iniquità di una competizione letteraria uomo/donna a carte truccate, che ha fondato e perpetuato archetipi e stereotipi letterari, cercando di decifrarli, loro, i maschi, oltre la scrittura, nella vita, nel coraggio e nella fragilità.
E, senza mai deporre l’ammirata constatazione di quanto quella #stanzatuttapersè fosse evidentemente e straordinariamente porosa alla realtà esterna nella sua totalità, per permetterne indimenticabili rappresentazioni letterarie, non può far a meno di avviare un controcanto garbato che evidenzia in quegli stessi autori una porzione di cervello rettiliano con opinioni precise su privilegi territoriali, gerarchici e semiotici.
Vedasi a titolo esemplicativo e senza voler confondere vita e letteratura il Dorian di Goethe ribadire che “le donne sono un sesso decorativo” o, peggio, il Dmitri cechoviano de La signora col cagnolino affermare: “ le donne sono una razza inferiore“.

Laddove le citazioni riportate evidenziano fragilità, imbarazzi,  insicurezze sulla propria vita schifa, su eterne insoddisfazioni, angoscie vesperali, un filo ideale lega, per dire, Beatrice a Wendy, Sonja a Margherita, nella tendenza, per saecula saeculorum, alla cura, all’assistenza, fosse per Dante, Peter Pan, Raskòl’nikov o il Maestro.
Effetto di un destino biologico o dell’esclusione dal potere di scelta??
Si/ci interroga, Sandra Petrignani.

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