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Fedeltà- Marco Missiroli

2019/05/29 - Biblioteche, Letteratura, Premio Strega 2019 di: MG Colombo
Fedeltà- Marco Missiroli

Sismografo della sensibilità contemporanea, Fedeltà è un generatore di domande che mettono in gioco l’autobiografismo di ciascuno, rispetto al concetto di appartenenza sentimental/materiale.
Come vorremmo possederci l’un l’altro? Come vorremmo possedere le cose?

Il lettore è convocato in un perimetro narrativo di stringente attualità,
dentro vite governate dai se e dai ma, amplificate in tempo reale dall’invasività di Instagram, dal controllo incrociato di FB.

Missiroli, abile regista, con fluida circolarità, mostra il dentro e il fuori dei suoi personaggi con una narrazione ad incastro, attento a registrare il flusso dei pensieri sempre in bilico tra realtà e onirici flash.

C’è una coppia di intellettuali di ordinaria insondabilità:
Margherita, NemirosKy sotto braccio, spregiudicata immobiliarista, lavora attorno al concetto che ” l’infedeltà poteva essere fedeltà verso se stessa” e risolve con donnesco pragmatismo (caratteristica che appartiene a tutte le donne del romanzo).
Carlo, con la presunzione della scrittura, pressochè disoccupato, stretto nell’inappagato delirio decisionale con cui governava la vita del pulcino della sua infanzia, è ” tutti i maschi dei romanzi che amava”.
I due, lavoro per sopravvivere imposto dalle circostanze, dal Pil che non cresce, mutuo da accendere per una casa simbolo di solidità e frutto di dinamiche consumistiche, passione sempre vivace, sesso ben al di sopra del minimo sindacale, sono messi in crisi da un presunto tradimento che ne scatena un altro, che ne riesuma un altro e ne vagheggia altri.

C’è una famiglia alle spalle, modello non dismesso, incombente per forza economica e vincolante in tempi di precarietà lavorativa.
C’è lo scontro/incontro tra padri e figli e ( bellissimo) ” l’arduo compito dei figli” declinato dai protagonisti con la tenerezza e l’accudimento di Philip Roth per il padre in Patrimonio.
C’è Anna, madre geniale per manualità e alta sartorialità, su abiti Y.S. Laurent  e “cuori malconci “; campionessa di moderazione, lungamente esercitata con un marito che “votava Berlusconi per il DriveIn “.
Capace di “sommosse gentili“, come imparare a dire di no, a sbuffare, a tenere i piedi sul tavolino, a consultare con granitica quanto ingenua determinazione la chiromante di via Vigevano.
Grande omaggio dell’Autore a questo solido ironico personaggio che sa che
i matrimoni possono essere antipatici”, intuisce gli smottamenti psicologici, non giudica e per questo si conquista la confidenza di tutti, compreso quel genero ” che sa togliersi di mezzo prima di diventare un soprammobile“.
Capace di trovare ” sufficienti antidoti al rimpianto” nella famiglia, nelle clienti che erano stati i suoi romanzi “.

Ci sono i giovani, attivatori di desiderio con minuscole biografie ” scorticati dai desideri“: uno, Andrea, complicato sin dalle elementari, ripara i corpi senza trascurar la mente e parla coi cani; l’altra, Sofia Casadei, punta sulla mente senza trascurare il corpo, di buone letture, diretta nella scrittura e nei titoli Come stanno le cose , attiva su Instagram, sa come ” insidiare il confine di un maschio insidiabile”.
Scenario attivo del libro Milano capitale inquieta e malinconica di “froci, africani e borghesi, bucata dai cantieri, dalla gente a spasso senza lavoro, dai liberi professionisti con l’aria malandata, tutti quei pezzi di Italia in caduta libera”.
Ma anche una periferica Rimini, di tono felliniano, lontana dal clichè di festa continua, quella dell’ Ina Casa “architettura intelligente a due lire, con i nonni e i figli e i nipoti nelle piazzette tra le latterie e i bar e le partite a carte sui tavolini improvvisati “, dalla quale pure si scappa alla ricerca di un destino decente.
Milano e Rimini, set in cui si incontrano e scontrano, sperano e si disperano, i personaggi del libro, intrappolati nelle psicopatologie dell’animo umano, come nella Vienna 1920 di Schnitzler, nella New York dei ’90 di Kubrick .
Senza il glamour di Cruise e Kidman, ma in stringente contemporaneità, in un flusso narrativo avvincente e globale, che polverizza il concetto di tempo e spazio esigendo una lettura non banale, Carlo e Margherita di paragrafo in paragrafo raccolgono il testimone del loro scontento, e non smettono di chiedersi/ci:
chi ama chi? Come ami chi? Chi tradisce chi? Quanto tradisci chi?

 

 

 

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