” Baikonur, 20/7/2019 – 08:00
La mia mente è completamente sgombra, al contrario del cielo che mi sovrasta, trapunto di nuvole di un bianco abbagliante immerse nel blu immenso e senza tempo.
Il calore del sole mi brucia pensieri e pelle, mentre corro fra i piccoli sentieri. Pochi mesi fa tutto era grigio come il ghiaccio, bianco come la neve, nero come terra arida; adesso invece sono circondato da alberi ricoperti di foglie e vita, e piccole mele ancora acerbe, e verdi come gli occhi delle mie figlie.
Il mio pianeta mi osserva e mi saluta, e io ringrazio in silenzio, nel silenzio dal quale sono avvolto. Il vento fra i cespugli e le fronde accompagna il ritmo dei miei passi. Sembrano fare troppo rumore, e abbandono il sentiero per sentire sotto di me l’impatto, più soffice e attutito, della terra nuda. Passo tra due arbusti, spine e fiori che caparbi sopravvivono nonostante tutto, e d’improvviso mi ritrovo in una nuvola di farfalle arancioni che si sollevano in volo, incuriosite e per niente preoccupate dalla mia presenza aliena. Dozzine e dozzine, in un fluttuare senza suono, una danza di grazia e vita e colore.
Mi accorgo che sto sorridendo: la Terra, a modo suo, abbraccia un figlio.
Luca Parmitano ”